.post-body img { padding:10px !important; border:2px solid #003366 !important; background-color:#d7fffc !important; }

Figli illustri di Napoli

                                           Figli illustri di Napoli


Senza la sua storia e la sua cultura Napoli non sarebbe quella città cosi peculiare, cosi unica da poter essere riconosciuta in un singolo scorcio,in uno oggetto .una parola, un rito scaramantico,un'immagine,senza la sua cultura e la sua storia Napoli non sarebbe Napoli ma storie e cultura sono fatte da donne e uomini che esistono e sono esistiti grazie a Napoli e per fare Napoli.Questa città infatti ha con i suoi figli un rapporto speciale,in cui entrambi si plasmano a vicenda in modo da costituire un legame insolvibile,un tutt'uno cosi Napoli non e semplicemente vicoli,palazzi, mare, strade piazze, ma e tutto ciò insieme alle persone che vivendola le danno vita. Napoli e commistione di pietra e carne, di colli e passi e di mare e spiriti di sole e di voci. un rapporto d'amore ideale e passionale,un amore che come tutti quelli che sono coinvolte le viscere non è estraneo da tormenti e burrasche. 

Salvatore di Giacomo

Salvatore Di Giacomo, nato a Napoli il 13 Marzo 1860, è un poeta, un artefice di emozioni che ha dato al mondo componimenti di bellezza immensa,molti dei quali sono stati musicati e sono ora conosciuti in tutto il mondo, ma che purtroppo è pressoché ignorato a livello nazionale poiché la sua produzione è prevalentemente in lingua napoletana: l’ennesima vergogna italiana, poiché si tratta tra l’altro di chi ha scritto il testo di “Marechiare”, la celebre canzone eseguita ancora oggi in ogni parte del globo terrestre.

                                                      Enrico Caruso
.l giorno 25 Febbraio 1873, nel quartiere San Carlo all’Arena di Napoli, emise il suo primo acuto colui che diventerà uno dei più grandi tenori di sempre se non proprio, ed è cosa molto probabile, il più grande: Enrico Caruso. Le sue doti canore si manifestarono sin dall’infanzia grazie all’attività nel coro parrocchiale, dove si distinse per alcune mansioni solistiche, e suscitarono l’interesse di vari “maestri” di musica, da cui ricevette delle lezioni dal carattere tuttavia dilettantesco. Quella del canto costituì inizialmente una seconda attività per Caruso, infatti la prima era quella di lavorare nella stessa fonderia di cui il padre era operaio, e questa comportava delle trasferte con la parrocchia fuori Napoli, in piccoli teatri, caffè, stazioni balneari e così via, fino a quando non venne notato dal baritono Eduardo Missiano, che lo presentò al maestro Guglielmo Vergine il quale accettò di dargli delle lezioni in cambio del 25% sui guadagni che avrebbe generato per il lustro successivo.
                                           Eduardo Scarpetta
Quando si pensa al moderno teatro in lingua napoletana la figura cui si deve fare riferimento è quella di Eduardo Scarpetta, punto di partenza dell’enorme patrimonio in ambito teatrale e cinematografico che Napoli ha saputo generare dalla metà dell’Ottocento in poi e durante il Novecento: personalità come i fratelli De Filippo, Totò, Raffaele Viviani, Massimo Troisi non sarebbero esistiti senza di lui. Nato a Napoli il 13 Marzo 1853, Eduardo Scarpetta cominciò a fare le sue prime esperienze sul palco a quindici anni, sia per passione che per necessità, a causa del fatto che il padre, venutosi a trovare in brutte condizioni di salute, non poteva provvedere adeguatamente ai bisogni della famiglia. In tal modo entrò a far parte della compagnia di Antonio Petito, uno dei più celebri e apprezzati Pulcinella di sempre, e nonostante a quel tempo la paga per gli attori fosse misera, tramite la spropositata ambizione e soldo dopo soldo riuscì a rilevare il pressoché ormai fatiscente teatro San Carlino e fondare una compagnia tutta sua.
                                                              totò
Antonio de Curtis, in arte Totò e conosciuto anche come “il Principe della risata”, nacque a Napoli il 15 Febbraio 1898. Cresciuto tra i vicoli del rione Sanità, aveva una forte personalità artistica già da bambino e tra il 1913 e il 1914 debutta sui primi palcoscenici di piccoli teatri come macchiettista e mimo con il nome di “Clerment”. Tuttavia ben presto, dopo il debutto al Teatro Ambra Jovinelli con le tre macchiette di Gustavo De Marco, e dopo essere stato scritturato dai proprietari del Teatro Sala Umberto, la sua gestualità e la sua grandissima capacità parodistica lo trasformano in una stella dello spettacolo.
                                                   Antonio Petito
   Antonio Petito è il più celebre e uno dei più apprezzati Pulcinella della storia, tanto da essere conosciuto come “Il Re dei Pulcinella”. Nacque a Napoli il 22 Giugno 1822, e vi morì il 24 Marzo 1876 a causa di un infarto occorsogli durante la recita di “Dama Bianca” nel suo San Carlino. Chiamato dai suoi familiari “Totonno ‘o pazzo” per il fatto di essere una persona molto vivace,faceva parte di un’illustre famiglia di teatranti, infatti i fratelli erano attori molto apprezzati, la madre prima di sposarsi era una pupara e il padre, Salvatore, era egli stesso un apprezzatissimo Pulcinella che investì il figlio nel 1853 davanti al pubblico del San Carlino, consegnandogli il camice bianco.
                                                 Titina de Filippo
Titina De Filippo, il cui vero nome era Annunziata, nacque 27 Marzo 1898 a Napoli, nel quartiere Chiaja, ed era figlia illegittima di Eduardo Scarpetta, il padre del Teatro Napoletano moderno, sorella maggiore di Eduardo e Peppino.Così come i suoi fratelli prese confidenza sul palcoscenico sin da bambina,interpretando quei piccoli ruoli, tra cui Peppeniello in Miseria e nobiltà, che tutti i piccoli attori avevano e avrebbero continuato a svolgere per svezzarsi e condurre, da grandi, la carriera di attore. Prima del successo lavorò per varie compagnie e variando il repertorio, prendendo parte a pochades così come avaudevilles, al teatro di rivista e a scenneggiate, fino a quando, a 31 anni, iniziò a recitare al Teatro Nuovo di Napoli insieme a Totò, e a quando nel 1931 fondò insieme ai fratelli il Teatro Umoristico “I De Filippo” che debuttò a Natale proprio con “Natale in casa Cupiello”, commedia in tre atti scritta da Eduardo e che la più famosa insieme a “Gli esami non finiscono mai”, “Il sindaco del Rione Sanità” e “Filumena Marturano”.
                                                          Nino Taranto

Nino Taranto, uno dei figli più degni di Napoli, nacque a Napoli il 28 agosto del 1907, catapultandosi, già in tenera età, nel mondo dello spettacolo, dando un segno inequivocabile, a tutti, che il suo destino di artista era già segnato. Entra, in questo modo, a far parte di tutti quei grandi artisti napoletani che hanno imparato prima a recitare e poi a camminare,
come i De Filippo, i Fumo, i Maggio, i Di Napoli e tanti altri ancora . L'ingegno e l'arguzia del Nostro, lo portarono a darsi quella connotazione particolare che fa di un artista un genio. Tra le altre, egli indossò, per molti anni la famosa paglietta. Al contrario di altri artisti (la paglietta era molto di moda), egli la tagliuzzò sulla falda frontale per darsi un identità tutta sua. Quella paglietta lo ha accompagnato per tutta la sua carriera nel varietà raccogliendo, in uno con Nino, una gran messe di successi. Attore, cantante, macchiettista (memorabile la sua Ciccio Formaggio), non poteva non essere notato e, quindi, "rapito" dalla compagnia di sceneggiate Cafiero-Fumo.Fu proprio attraverso la sceneggiata che Taranto ebbe modo di forgiare un carattere di recitazione tutto suo, fatto di mimica, improvvisazione e professionalità ed improntato alla massima serietà ed abnegazione verso il suo lavoro. Nino Taranto ebbe modo di dedicarsi alla Rivista, nella quale impose i suoi caratteri e la sua verve e dalla quale ricette ampie soddisfazioni. Dalle tavole del palcoscenico passò ben presto ai teatri di posa cinematografici dove l'incontro con il Principe della risata, Antonio De Curtis in arte Totò, lo consacrò e lo consegnò ad un pubblico ben più ampio. Con Totò, Taranto é letteralmente esploso e, seppur sacrificato al ruolo di spalla, ha sempre saputo ritagliarsi un ruolo tutto suo, senza farsi travolgere dalla grandezza del Principe.Tra i films più belli ricordiamo: "I pompieri di Viggiù", "Il monaco di Monza",
l'indimenticable "Totò truffa '62" e "Totò contro Maciste".Fu proprio Nino Taranto a pronunciare l'orazione funebre per Totò

nella chiesa del Carmine alle ore 17 del 17 aprile del 1967:
"Amico mio questo non e' un monologo, ma un dialogo perché sono certo che mi senti e mi rispondi. La tua voce e' nel mio cuore, nel cuore di questa Napoli che e' venuta a salutarti, a dirti grazie perché l'hai onorata. Perché non l'hai dimenticata mai, perché sei riuscito dal palcoscenico della tua vita a scrollarle di dosso quella cappa di malinconia che l'avvolge. Tu amico hai fatto sorridere la tua città, sei stato grande, le hai dato la gioia, la felicità, l'allegria di un'ora, di un giorno, tutte cose di cui Napoli ha tanto bisogno. I tuoi napoletani, il tuo pubblico e' qui. Ha voluto che il suo Totò facesse a Napoli l'ultimo "esaurito" della sua carriera e tu, tu maestro del buonumore, questa volta ci stai facendo piangere tutti. Addio Totò, addio amico mio. Napoli, questa tua Napoli affranta dal dolore vuole farti sapere che sei stato uno dei suoi figli migliori e non ti scorderà mai. Addio amico mio, addio Totò".
La sua carriera, Nino, l'ha terminata sulle tavole del teatro Sannazzaro nella compagnia di Luisa Conte, con interpretazioni che hanno dell'eccezionale.

                                                       Massimo Troisi

Nasce il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano, una ridente cittadina a quattro chilometri da Napoli. Cresce in una famiglia numerosa: nella sua stessa casa, infatti, abitano, oltre ai suoi genitori ed ai suoi cinque fratelli, due nonni, gli zii ed i loro cinque figli.
Ancora studente comincia ad interessarsi al teatro, iniziando a recitare in un gruppo teatrale "I Saraceni", di cui facevano parte Lello Arena, Enzo Decaro, Valeria Pezza e Nico Mucci. Nel 1972 lo stesso gruppo fonda il Centro Teatro Spazio all'interno di un ex garage a San Giorgio a Cremano, dove in principio si mandava in scena la tradizione del teatro napoletano, daViviani a Eduardo. Nel 1977 nasce la Smorfia: Troisi, Decaro ed Arena cominciano a recitare al Sancarluccio di Napoli ed il successo teatrale ben presto si trasformerà in un grande successo televisivo.
Cronologicamente, però, il successo arriva prima alla radio con "Cordialmente insieme" e successivamente in televisione nel 1976 con la trasmissione "Non stop" e nel 1979 con la trasmissione "Luna Park". Sono di quegli anni gli sketch dell'Arca di Noè, dell'Annunciazione, dei Soldati, di San Gennano tra gli altri. L'ultimo spettacolo teatrale de La smorfia è Così è (se vi piace).
Dal 1981 comincia per Massimo l'avventura anche nelle sale cinematografiche con il primo film in cui è regista e protagonista "Ricomincio da tre". Un vero e proprio trionfo di critica e di pubblico.
Nel 1984 è a fianco dell'irresistibile Benigni, sia come regista che come attore, nel film "Non ci resta che piangere". E' del 1985 invece la curiosa interpretazione di "Hotel Colonial" di Cinzia Torrini. Passano due anni (1987) ed è ancora una volta impegnato in prima persona, dietro e davanti alla macchina da presa con il film "Le vie del Signore sono finite". Tre film di Ettore Scola lo vedono in questi ultimi anni impegnato di nuovo come attore: "Splendor" (1989); "Che ora è" (1989), che gli ha fatto vincere il premio come migliore attore (in coppia con Marcello Mastroianni) alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, "Il viaggio di Capitan Fracassa" (1990). Con "Pensavo fosse Amore... invece era un calesse" (1991) di cui è anche autore e interprete, Troisi firma la sua quinta regia cinematografica.
Il 4 giugno 1994, ad Ostia (Roma), Troisi muore nel sonno a causa del suo cuore malato, ventiquattro ore dopo aver terminato le riprese de "Il postino" diretto da Michael Radford, il film che aveva amato di più.

                                                    Giobbe Covatta
                                                 
Dopo gli esordi come animatore turistico la sua gavetta ha inizio nel 1987 sul canale Odeon Tv con il programma "Una notte all'Odeon" e nel 1988 debutta in Rai su Rai Due con il programma "Tiramisù". Lo stesso anno appare in televisione a Rai 2 con Fate il vostro gioco e Chi c'è c'è, regia di Gian Carlo Nicotra, dodici puntate con il pugliese Gianni Ciardo, in onda da Milano. L'anno seguente lo ritroviamo su Odeon Tv, mentre nel 1990 arriva la svolta e trova il suo trampolino di lancio nel Maurizio Costanzo Show, che gli concede la fama nazionale.
Nel 1991, esordisce al teatro Ciak di Milano con l'opera "Parabole Iperboli". Nel 1994, con la collaborazione di Greenpeace, realizza uno spettacolo che tratta la salvaguardia delle balene con il titolo"Aria Condizionata" dall'irriverente sottotitolo (e le balene mò stanno incazzate.....). Dal 1995 al 1997 è sempre in scena, prima con lo spettacolo "Primate Assoluto", poi debutta a Roma al Teatro Parioli con "Io e Lui", spettacolo scritto e diretto con altri due attori di teatro partenopeiVincenzo Salemme e Francesco Paolantoni, e infine "Art" dove è diretto da Ricky Tognazzi. Grandissimo successo a livello nazionale è il suo "Dio li fa e poi li accoppa", tanto da convincerlo a concedere il bis con "Dio li fa...Terzo millennio".
Nel 1993, però, ha anche esordito sul grande schermo con Pacco, doppio pacco e contropaccotto, poi in Camere da letto del 1997, e nel 1999 èprotagonista in Muzungu - Uomo bianco. Nel biennio 2001 e 2002 ritorna in teatro con la commedia "Double Act" al teatro Parioli e riappare anche su Rai 2, con a fianco Serena Dandini e Corrado Guzzanti nel programma L'Ottavo Nano.
La passione per la vela lo conduce a essere ospite in Velisti per caso e a diventare un simpatico maestro di navigazione in Vela spiego io in onda sulSailing Channel per l'emittente Sky.
Molta fortuna ha avuto anche nell'editoria dove i suoi libri hanno riscontrato sempre un buon successo di pubblico. Già con il primo libro Parola di Giobbe, rivisitazione della Bibbia, pubblicata nel 1991, sbanca le classifiche con un milione di copie vendute. Nel 1993 e nel 1996 pubblica Pancreas - Trapianto del libro Cuore e Sesso? Fai da te!. Nel 1999 ritorna con Dio li fa e poi li accoppa, tratto dal suo spettacolo, dove rivisita Creazione eDiluvio.
Nel 2001 va in scena Corsi e ricorsi, ma non arrivai, spettacolo teatrale che porta lo stesso titolo di un libro pubblicato nel 2005, mentre è del2004Melanina e Varechina, uno spettacolo che affronta il rapporto fra Africa e mondo occidentale.
A gennaio2007, debutta in teatro con Seven. La stagione 2007/2008 di Zelig, condotta da Claudio Bisio e Vanessa Incontrada ospita Covatta in scena con un nuovo personaggio. Nell'estate 2008 prende parte ad una serie televisiva prodotti da Mediaset, "Medici Miei", nella quale impersona ilDottor Colantuono, primario nella clinica Sanabel.


                                             Pino Daniele

Giuseppe Daniele, detto Pino, è stato un cantautore e chitarrista italiano. Chitarrista di formazione blues, è stato, a cavallo degli anni settanta e ottanta, uno dei musicisti più innovativi e originali di tutto il panorama cantautorale italiano.

Nessun commento:

Posta un commento